MARTEDI 25 MARZO 2014
17.30-19.30
presso la Palestra Popolare – Piano Terra
via Confalonieri 3 – Milano (zona isola)
La paura nasce nella testa……il coraggio anche !
Perché dovremmo avere paura di uscire la sera? Perché dovremmo
lasciarci insultare? Perché dovremmo stare zitte e lasciarci toccare
senza volerlo? E perché dovremmo essere intimidite e costrette alla
passività?
In quanto donna, gli uomini danno per scontato di poterti
interrompere mentre parli, di invadere il tuo spazio, di toccarti tutte
le volte che vogliono, di insultarti, di violarti.
La risposta a tutto questo è rompere ogni complicità e proteggere te stessa con l’autodifesa.
Il Corso di “Autodifesa Femminista” vuole essere un’introduzione alla
difesa personale tenuto da donne e rivolto esclusivamente ad esse.
Il corso intende sviluppare le tematiche della violenza sulle donne, con
particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di
donne e ragazze, si propone la finalità di promuovere delle conoscenze e
competenze indirizzate all’acquisizione di strategie di prevenzione,
autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e
altre tipologie di aggressione.
Tramite alcuni semplici
esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro
spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e
reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento
fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.
L'autodifesa
ci rende più sicure di noi stesse: allenandoci scopriamo le potenzialità
del nostro corpo e impariamo a prendere il controllo delle situazioni.
Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacità fisiche ci sostiene
quando ci difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere
intimidite.
Praticare l'autodifesa tra donne ci aiuterà a sviluppare una percezione "diversa" delle situazioni di
pericolo che coinvolgono, o potrebbero coinvolgere, noi e le altre donne che ci circondano .
Durante il Corso impareremo :
COME RICONOSCERE E AFFRONTARE LA “VIOLENZA CONTRO LE DONNE”
• riconoscere i tipi di violenza sessista e omofoba (psicologica, economica, fisica, sessuale, stalking)
• affrontare la violenza domestica, nelle relazioni/coppia
• decostruire la percezione di sè come vittima potenziale
• parlare di ruoli e stereotipi oggi
• come è cambiato oggi il rapporto uomo/donna
• capire l'importanza di autodeterminazione e valorizzazione di se'
• costruire rapporti di solidarieta' tra donne
• costruire un nuovo immaginario femminile
• interazioni sessuali/consenso
COME PREPARARTI AD AFFRONTARE UN CASO DI AGGRESSIONE
• Come riconoscere le situazioni di rischio e valutarne l'effettiva pericolosita'.
• Acquisire strategie di prevenzione
• riconoscere e dominare la paura
• rafforzare la volonta' di imporsi (uso della voce, linguaggio del corpo)
• percepire e valutare la propria forza fisica
• Imparare ad orientarsi, reagire e mantenere l'equilibrio
• superare paure e insicurezze attraverso il gioco e la teatralizzazione di situazioni “tipo”
COME REAGIRE IN CASO DI AGGRESSIONE
• Colpi di mano, di gomito, calci e ginocchia
• Come neutralizzare l'aggressore senza ricorrere alla forza fisica: leve articolari e punti dolorosi, colpi “scorretti”
• come difendersi utilizzando “oggetti comuni”
• come liberarsi da prese al corpo.
• come difenderti da prese ai capelli
• come difenderti da un tentativo di violenza a terra
per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
INFO: autodifesadonna@gmail.com
DOVE:
PALESTRA POPOLARE - PIANO TERRA
via Confalonieri 3 – Milano
MM2 Garibaldi- MM3 Isola
COSTO: 20 euro annuali, come quota associativa alla Palestra Popolare
AUTODIFESA FEMMINILE
La paura nasce nella testa… …il coraggio anche !
venerdì 21 marzo 2014
venerdì 10 maggio 2013
WORKSHOP DI AUTODIFESA FEMMINISTA
SABATO 11 MAGGIO DALLE 18.00 ALLE 21.00
presso MACAO v.le Molise 68 - milano
Sessismo e violenza di genere, meritano la stessa rabbia e intolleranza che abbiamo verso razzismo, sfruttamento e tutte le forme di oppressione contro cui ci battiamo, perchè non sono problemi separati ma parte dello stesso sistema di dominio e ci riguarda tutte/i
Questo è un punto fermo e irrinunciabile della nostra identità. Noi sappiamo quanto sia importante che le donne, in qualunque luogo agiscano, scelgano di intessere rapporti privilegiati con le altre donne.
Le donne con le donne possono creare modelli altri e alti di relazione interpersonale, che abbiano al centro il riconoscimento reciproco, la complicità, la forza e non la sopraffazione, la competizione e il potere.
Le donne con le donne possono e devono imparare a guardarsi l'un l'altra per garantirsi agibilità e agio nella socialità e nella partecipazione politica.
Garantirci ovunque, perché anche in quei luoghi dove c'è la pretesa di essere i portatori del cambiamento e i paladini di un mondi migliore (ma per chi?), la cultura dello stupro, il sessismo sono la realtà.
Forse la cosa che più inquieta, di questi luoghi, è la pretesa di estraneità, l'ingenuità ipocrita, il non sentirsi mai parte in causa di fronte ad un clima pericolosamente segnato da episodi di ogni tipo ai danni delle donne. Ingenuità che in realtà maschera un atteggiamento e una volontà ben precisa: quella di non dotarsi di strumenti di messa in discussione, reazione e prevenzione.
Questo workshop di autodifesa femminista ha uno uno scopo ben preciso:
- riconoscere la violenza di genere in tutte le sue forme (fisica, psicologica, sessuale...)
- analizzare il problema, affrontarlo e confrontarcisi
- sradicarlo dalle nostre pratiche... rivoluzionarci
- trovare insieme soluzioni pratiche attraverso l'esperienza dei gruppi di autodifesa femminista
STRUTTURA DEL WORKSHOP
- intro
- modalità dello svolgimento
- cos'è l'autodifesa femminista
- sai riconoscere la violenza?
- come si combatte il sessismo?
- come prevenire e affrontare
- pratica di autodifesa femminista
http://www.macao.mi.it/articoli/2013/05/06/occupare-il-conflitto-violenze-sessiste-corpi-sessuati-desideri-sessuali/
presso MACAO v.le Molise 68 - milano
PARLARE DI VIOLENZA DI GENERE E' GIA' UN MODO PER COMBATTERLA... MA SE NON BASTASSE?...
Sessismo e violenza di genere, meritano la stessa rabbia e intolleranza che abbiamo verso razzismo, sfruttamento e tutte le forme di oppressione contro cui ci battiamo, perchè non sono problemi separati ma parte dello stesso sistema di dominio e ci riguarda tutte/i
Questo è un punto fermo e irrinunciabile della nostra identità. Noi sappiamo quanto sia importante che le donne, in qualunque luogo agiscano, scelgano di intessere rapporti privilegiati con le altre donne.
Le donne con le donne possono creare modelli altri e alti di relazione interpersonale, che abbiano al centro il riconoscimento reciproco, la complicità, la forza e non la sopraffazione, la competizione e il potere.
Le donne con le donne possono e devono imparare a guardarsi l'un l'altra per garantirsi agibilità e agio nella socialità e nella partecipazione politica.
Garantirci ovunque, perché anche in quei luoghi dove c'è la pretesa di essere i portatori del cambiamento e i paladini di un mondi migliore (ma per chi?), la cultura dello stupro, il sessismo sono la realtà.
Forse la cosa che più inquieta, di questi luoghi, è la pretesa di estraneità, l'ingenuità ipocrita, il non sentirsi mai parte in causa di fronte ad un clima pericolosamente segnato da episodi di ogni tipo ai danni delle donne. Ingenuità che in realtà maschera un atteggiamento e una volontà ben precisa: quella di non dotarsi di strumenti di messa in discussione, reazione e prevenzione.
Questo workshop di autodifesa femminista ha uno uno scopo ben preciso:
- riconoscere la violenza di genere in tutte le sue forme (fisica, psicologica, sessuale...)
- analizzare il problema, affrontarlo e confrontarcisi
- sradicarlo dalle nostre pratiche... rivoluzionarci
- trovare insieme soluzioni pratiche attraverso l'esperienza dei gruppi di autodifesa femminista
STRUTTURA DEL WORKSHOP
- intro
- modalità dello svolgimento
- cos'è l'autodifesa femminista
- sai riconoscere la violenza?
- come si combatte il sessismo?
- come prevenire e affrontare
- pratica di autodifesa femminista
http://www.macao.mi.it/articoli/2013/05/06/occupare-il-conflitto-violenze-sessiste-corpi-sessuati-desideri-sessuali/
venerdì 3 maggio 2013
Asgarda. Le femministe ucraine amanti delle arti marziali.
Femministe + ucraine = Femen?
Non solo, non sempre. Sui nostri media forse sì, perchè i quotidiani italiani raramente sfuggono a un topless di cui non capiscono il significato.
Però dall’Ucraina arrivano anche altri movimenti, anche altri approcci al femminismo contemporaneo.
Meno note delle loro connazionali ormai espatriate sono le Asgarda, un gruppo di femministe militanti che si ispirano alla mitologia nordica e alle Amazzoni scizie.
Queste donne guerriere amanti delle arti marziali, studiano anche tecniche di combattimento con falci e accette. Vestono di nero nei combattimenti, di bianco durante l’addestramento. Alternano forza e femminilità, potenza e delicatezza.
Sono donne che rifiutano lo stereotipo della
debolezza, della “bella da salvare” e a difendersi ci pensano da sole.
Nonostante questo non sono considerabili delle violente, perchè, come fa
notare Alessandra Chiricosta, filosofa collaboratrice della
IAPh-Italia:
“Oggi si stanno creando esperienze
internazionali nelle quali le donne, che vogliono eliminare l’approccio
alla donna come oggetto, coltivano la forza femminile non come violenza
ma come adeguata e commisurata risposta alla violenza”
Ad oggi ne fanno parte circa 150 donne, soprattutto studentesse, legate alla guida di Katerina Tarnouska.
Realizzano una filosofia di vita che prende spunto dalle Amazzoni greche e uniscono agli insegnamenti di karate di Volodymyr Stepanovytch, maestro molto noto dell’ex URSS, lo studio comune delle scienze e della storia, perchè l’ideale a cui mirano è l’unione delle forza fisica ed intellettuale.
Realizzano una filosofia di vita che prende spunto dalle Amazzoni greche e uniscono agli insegnamenti di karate di Volodymyr Stepanovytch, maestro molto noto dell’ex URSS, lo studio comune delle scienze e della storia, perchè l’ideale a cui mirano è l’unione delle forza fisica ed intellettuale.
Si tratta quindi di donne che predicano e praticano l’autodifesa come forma di militanza femminista
e che rifuggono da ogni luogo comune sulla femminilità, tanto forte tra
l’altro in un Paese come l’Ucraina ( ma dove non lo è? ).
Donne tra donne, che fanno della separazione da Amazzoni la radice della loro forza e sorellanza.
Donne
che lottano ogni giorno per affermare i loro diritti, senza abbandonare
il proprio Stato, convinte che in fondo esista più di un modo per
essere femminista, più di una via per lottare per l’autodeterminazione.
lunedì 8 aprile 2013
CORSO GRATUITO DI AUTODIFESA FEMMINISTA
La risposta alla violenza non e' chiudersi in casa,
non e' affidare la nostra
sicurezza a qualcun’altro,
non e' neanche uscire sempre con un
atteggiamento diffidente e paranoico.
Occorre
valutare sempre le situazioni in modo razionale senza farci
travolgere dalle nostre emozioni negative e dalla paura, cercando di
trovare la soluzione “giusta” per ogni contesto.
L’autodifesa
ci rende piu' sicure di noi stesse: allenandoci scopriamo le
potenzialita' del nostro corpo.
Riconoscere la
paura ci insegna a non essere deboli.
L’autodifesa
aumenta la sicurezza in noi stesse, ci aiuta a prendere il controllo
delle situazioni.
Inoltre, la
consapevolezza delle nostre capacita' fisiche ci sostiene quando ci
difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere intimidite.
Chi ci
aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e
difenderci.
L’Autodifesa
intende sviluppare le tematiche della violenza sulle donne, con
particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione,
di donne e ragazze, si propone la finalita' di promuovere delle
conoscenze e competenze indirizzate all’acquisizione di strategie
di prevenzione,
autoaffermazione
e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e altre tipologie
di aggressione.
Tramite alcuni
semplici esercizi si puo' capire quale' il limite oltre il quale
il nostro spazio e' invaso, sperimentare emozioni, interazioni e
reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice
allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.
Il corso
iniziera' lunedi' 15 aprile alle 16,30 – 18,30
le lezioni
saranno 10 – 12
la
partecipazione e' gratuita o con un piccolo contributo facoltativo
- Non E' richiesta pregressa attivitA' sportiva
- per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
- il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.
- per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
- il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.
DOVE:
palestra
popolare – piano terra
via
confalonieri 3 – milano (zona isola) – MM2 gioia – garibaldi
Durante il
Corso di "Autodifesa Femminile" impareremo :
COME
RICONOSCERE E AFFRONTARE LA “VIOLENZA CONTRO LE DONNE”
• riconoscere
i tipi di violenza (psicologica, economica, fisica, sessuale,
stalking)
• affrontare
la violenza domestica
• decostruire
la percezione di sE' come vittima potenziale
• parlare
di ruoli e stereotipi oggi
• come
è cambiato oggi il rapporto uomo/donna
• capire
l'importanza di autodeterminazione e valorizzazione di se'
• ristabilire
dei rapporti di solidarieta' tra donne
• costruire
un nuovo immaginario femminile
• superare
paure e insicurezze attraverso il gioco e la teatralizzazione di
situazioni “tipo”
COME PREPARARTI
AD AFFRONTARE UN CASO DI AGGRESSIONE
• Come
riconoscere le situazioni di rischio e valutarne l'effettiva
pericolosita'.
• Acquisire
strategie di prevenzione
• riconoscere
e dominare la paura
• rafforzare
la volonta' di imporsi (uso della voce, linguaggio del corpo)
• percepire
e valutare la propria forza fisica
• Imparare
ad orientarsi, reagire e mantenere l'equilibrio
COME REAGIRE IN
CASO DI AGGRESSIONE
• Colpi
di mano, di gomito, calci e ginocchia
• Come
neutralizzare l'aggressore senza ricorrere alla forza fisica: leve
articolari e punti
dolorosi, colpi “scorretti”
• come
difendersi utilizzando “oggetti comuni”
• imparare
come liberarti dalle prese ai polsi sfruttando la combinazione di
levearticolari e colpi in sequenza.
• come
liberarsi da un'aggressione al collo e al corpo.
• come
difenderti da prese ai capelli
• Come
sfruttare la posizione contro il muro a tuo vantaggio.
• Come
difenderti a un'aggressione in posizione seduta
• come
difenderti da un tentativo di violenza a terra
venerdì 15 febbraio 2013
CORSO DI AUTODIFESA FEMMINILE 2013
Lunedi 8 aprile 2013 dalle ore 19.00 alle 21.00
presso:
Associazione MinimaTheatralia - SestoSpazio - via Gioberti 26 - Sesto San Giovanni (MI)
La
paura nasce nella testa……il coraggio anche !
Il
primo passo per il cambiamento spetta a ogni donna:
rifiutarsi
di essere “vittima”
Ogni
donna, di qualunque età, può e deve avere la possibilità di
sapere, innanzitutto, come evitare le situazioni pericolose e, se la
prevenzione non è stata sufficiente, cosa fare se il pericolo è già
presente.
Il corso intende sviluppare la tematica, più che attuale della violenza sulle donne, con particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di donne e ragazze.
Si
propone la finalità di far conoscere e comprendere strategie di
prevenzione, autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa
contro lo stupro e altre tipologie di aggressione.
L’autodifesa
aumenta la sicurezza in noi stesse, ci aiuta a prendere il controllo
delle situazioni. Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacità
fisiche ci sostiene quando ci difendiamo verbalmente o quando non
vogliamo essere intimidite.
Chi ci aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e difenderci.
Tramite alcuni semplici esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.
I corsi di “autodifesa femminile” si sviluppano su due livelli: base e avanzato.
- Non è richiesta pregressa attività sportiva
- per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
- il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.
Chi ci aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e difenderci.
Tramite alcuni semplici esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.
I corsi di “autodifesa femminile” si sviluppano su due livelli: base e avanzato.
- Non è richiesta pregressa attività sportiva
- per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
- il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.
INFO:
lusa77@gmail.com – autodifesadonna@gmail.com
http://autodifesadonne.blogspot.it
MM1
Sesto Rondò
|
|
MODALITA'
DI SVOLGIMENTO: il corso di “Autodifesa Femminile” si divide in
due livelli: base e avanzato, 5 incontri di due ore ciascuno una
volta a settimana per un totale di 10 lezioni (20 ore).
I°
livello:
- lunedì 8 aprile ore 19.oo – 21.00
- lunedì 15 aprile ore 19.oo – 21.00
- lunedì 22 aprile ore 19.oo – 21.00
- lunedì 29 aprile ore 19.oo – 21.00
lunedì 6 maggio ore 19.oo – 21.00
II°
livello:
- lunedì 13 maggio ore 19.oo – 21.00
- lunedì 20 maggio ore 19.oo – 21.00
- lunedì 27 maggio ore 19.oo – 21.00
- lunedì 3 giugno ore 19.oo – 21.00
lunedì 10 giugno ore 19.00 -21.00
COSTI:
60 euro per ogni livello + 5 euro di tessera associativa
martedì 29 maggio 2012
E’ la vittima #64
per il 2012. Incluse vittime collaterali, uomini e bambini. Vittima per
mano di un uomo che la riteneva di sua proprietà. Un marito/padrone,
come esistono i padri/padroni. Le vittime uccise da stranieri, fino ad
ora, sono pochissime. Ce ne sono state tante italiane uccise da
italiani. La deputata, ex ministra, Mara Carfagna però non perde
l’occasione, così come faceva ai tempi del suo incarico ministeriale,
per sollecitare un po’ di pregiudizio contro altre etnie e culture
colorando di maggiore mostruosità la faccenda perché la donna dicono
fosse incinta [Leggi la rassegna stampa].
Dopodiché c’è da rilevare la comicità (nella tragedia) dei titoli, tutti uguali, e tutti egualmente concordi nel concludere che la ragione della “gelosia” fosse per gli abiti occidentali (che d’altronde rappresentano un modello di civiltà senza eguali, no?).
Come dire per i delitti commessi da italiani che vengono più comunemente definiti “delitti passionali” che le motivazioni fossero da ricercare nel tacco 12 o nel trucco troppo acceso. Leggete degli altri delitti e proviamo insieme a codificare un quadro di balle da attribuire a motivazione di questo o quell’altro femminicidio.
Vi ricordate di Vanessa? Scrissero che lui l’avesse uccisa perché lei aveva pronunciato il nome dell’ex. E di qualcuna si diceva che fosse posseduta o che volesse lasciarlo. In generale la cultura patriarcale, quella sostenuta dalle ideologie delle varie mare-carfagne, offre una ampia gamma di balle a giustificazione dei delitti.
A compiere questi delitti sono uomini violenti sostenuti da una cultura pessima, legittimati da una mentalità atroce che ancora oggi condiziona la vita di tutte le donne del mondo. Non c’è altro da dire.
Il materiale che potete leggere e vedere:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/28/27esima-ora-e-violenza-sulle-donne-dellappropriarsi-e-del-normalizzare/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/27/napoli-donne-e-media-report-e-materiali-condivisi/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/25/sei-fragile-e-violento-io-non-voglio-prendermi-cura-di-te/
Dopodiché c’è da rilevare la comicità (nella tragedia) dei titoli, tutti uguali, e tutti egualmente concordi nel concludere che la ragione della “gelosia” fosse per gli abiti occidentali (che d’altronde rappresentano un modello di civiltà senza eguali, no?).
Come dire per i delitti commessi da italiani che vengono più comunemente definiti “delitti passionali” che le motivazioni fossero da ricercare nel tacco 12 o nel trucco troppo acceso. Leggete degli altri delitti e proviamo insieme a codificare un quadro di balle da attribuire a motivazione di questo o quell’altro femminicidio.
Vi ricordate di Vanessa? Scrissero che lui l’avesse uccisa perché lei aveva pronunciato il nome dell’ex. E di qualcuna si diceva che fosse posseduta o che volesse lasciarlo. In generale la cultura patriarcale, quella sostenuta dalle ideologie delle varie mare-carfagne, offre una ampia gamma di balle a giustificazione dei delitti.
A compiere questi delitti sono uomini violenti sostenuti da una cultura pessima, legittimati da una mentalità atroce che ancora oggi condiziona la vita di tutte le donne del mondo. Non c’è altro da dire.
Il materiale che potete leggere e vedere:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/28/27esima-ora-e-violenza-sulle-donne-dellappropriarsi-e-del-normalizzare/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/27/napoli-donne-e-media-report-e-materiali-condivisi/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/25/sei-fragile-e-violento-io-non-voglio-prendermi-cura-di-te/
giovedì 3 maggio 2012
PERCHE' SI CHIAMA FEMMNICIDIO
.... Oggi
sembra quasi una banalità ripetere i dati dell’OMS: la prima causa
di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio
(da parte di persone conosciute).
Negli
anni Novanta il dato non era noto, e quando alcune criminologhe
femministe verificarono questa triste realtà, decisero di
“nominarla”. Fu
una scelta politica: la categoria criminologica del femmicidio
introduceva un’ottica di genere nello studio di crimini “neutri”
e consentiva di rendere visibile il fenomeno, spiegarlo, potenziare
l’efficacia delle risposte punitive.
Nacque
così il termine “femicide”
(in italiano “femmicidio” o “femicidio”) per indicare gli
omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati
sul genere,
ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non stiamo
parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner
o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri
perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo
ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, e stiamo
parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner
sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non
protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute
contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise
perché lesbiche…Se vogliamo tornare indietro nel tempo, stiamo
parlando anche di tutte le donne accusate di stregoneria e bruciate
sul rogo.
Che
cosa accomuna tutte queste donne? Secondo la criminologa statunitense
Diana
Russell
, il fatto di essere state uccise “in quanto donne”. La
loro colpa è stata quella di aver trasgredito al ruolo ideale di
donna imposto dalla tradizione
(la donna obbediente, brava madre e moglie, la “Madonna”, o la
donna sessualmente disponibile, “Eva” la tentatrice), di
essersi prese la libertà di decidere cosa fare delle proprie vite,
di essersi sottratte al potere e al controllo del proprio padre,
partner, compagno, amante ….Per la loro autodeterminazione, sono
state punite con la morte.
Chi
ha deciso la loro condanna a morte?
Certo
il singolo uomo che si è incaricato di punirle o controllarle e
possederle nel solo modo che gli era possibile, uccidendole, ma anche
la società non è esente da colpe. Diana Russell sostiene che “tutte
le società patriarcali hanno usato –e continuano a usare- il
femminicidio come forma di punizione e controllo sociale sulle
donne”.
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