venerdì 21 marzo 2014

CORSO BASE DI AUTODIFESA FEMMINISTA 2014

MARTEDI 25 MARZO 2014
17.30-19.30
presso la Palestra Popolare – Piano Terra
via Confalonieri 3 – Milano (zona isola)

La paura nasce nella testa……il coraggio anche !
Perché dovremmo avere paura di uscire la sera? Perché dovremmo lasciarci insultare? Perché dovremmo stare zitte e lasciarci toccare senza volerlo? E perché dovremmo essere intimidite e costrette alla passività?
In quanto donna, gli uomini danno per scontato di poterti interrompere mentre parli, di invadere il tuo spazio, di toccarti tutte le volte che vogliono, di insultarti, di violarti.
La risposta a tutto questo è rompere ogni complicità e proteggere te stessa con l’autodifesa.

Il Corso di “Autodifesa Femminista” vuole essere un’introduzione alla difesa personale tenuto da donne e rivolto esclusivamente ad esse.
Il corso intende sviluppare le tematiche della violenza sulle donne, con particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di donne e ragazze, si propone la finalità di promuovere delle conoscenze e competenze indirizzate all’acquisizione di strategie di prevenzione, autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e altre tipologie di aggressione.

Tramite alcuni semplici esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.

L'autodifesa ci rende più sicure di noi stesse: allenandoci scopriamo le potenzialità del nostro corpo e impariamo a prendere il controllo delle situazioni.
Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacità fisiche ci sostiene quando ci difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere intimidite.

Praticare l'autodifesa tra donne ci aiuterà a sviluppare una percezione "diversa" delle situazioni di
pericolo che coinvolgono, o potrebbero coinvolgere, noi e le altre donne che ci circondano .
Durante il Corso impareremo :

COME RICONOSCERE E AFFRONTARE LA “VIOLENZA CONTRO LE DONNE”
• riconoscere i tipi di violenza sessista e omofoba (psicologica, economica, fisica, sessuale, stalking)
• affrontare la violenza domestica, nelle relazioni/coppia
• decostruire la percezione di sè come vittima potenziale
• parlare di ruoli e stereotipi oggi
• come è cambiato oggi il rapporto uomo/donna
• capire l'importanza di autodeterminazione e valorizzazione di se'
• costruire rapporti di solidarieta' tra donne
• costruire un nuovo immaginario femminile
• interazioni sessuali/consenso

COME PREPARARTI AD AFFRONTARE UN CASO DI AGGRESSIONE
• Come riconoscere le situazioni di rischio e valutarne l'effettiva pericolosita'.
• Acquisire strategie di prevenzione
• riconoscere e dominare la paura
• rafforzare la volonta' di imporsi (uso della voce, linguaggio del corpo)
• percepire e valutare la propria forza fisica
• Imparare ad orientarsi, reagire e mantenere l'equilibrio
• superare paure e insicurezze attraverso il gioco e la teatralizzazione di situazioni “tipo”

COME REAGIRE IN CASO DI AGGRESSIONE
• Colpi di mano, di gomito, calci e ginocchia
• Come neutralizzare l'aggressore senza ricorrere alla forza fisica: leve articolari e punti dolorosi, colpi “scorretti”
• come difendersi utilizzando “oggetti comuni”
• come liberarsi da prese al corpo.
• come difenderti da prese ai capelli
• come difenderti da un tentativo di violenza a terra

per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni

INFO: autodifesadonna@gmail.com

DOVE:
PALESTRA POPOLARE - PIANO TERRA
via Confalonieri 3 – Milano
 MM2 Garibaldi- MM3 Isola

COSTO: 20 euro annuali, come quota associativa alla Palestra Popolare

venerdì 10 maggio 2013

WORKSHOP DI AUTODIFESA FEMMINISTA

 SABATO 11 MAGGIO DALLE 18.00 ALLE 21.00
presso MACAO v.le Molise 68 - milano

PARLARE DI VIOLENZA DI GENERE E' GIA' UN MODO PER COMBATTERLA... MA SE NON BASTASSE?...


Sessismo e violenza di genere, meritano la stessa rabbia e intolleranza che abbiamo verso razzismo, sfruttamento e tutte le forme di oppressione contro cui ci battiamo, perchè non sono problemi separati ma parte dello stesso sistema di dominio e ci riguarda tutte/i

Questo è un punto fermo e irrinunciabile della nostra identità. Noi sappiamo quanto sia importante che le donne, in qualunque luogo agiscano, scelgano di intessere rapporti privilegiati con le altre donne.

Le donne con le donne possono creare modelli altri e alti di relazione interpersonale, che abbiano al centro il riconoscimento reciproco, la complicità, la forza e non la sopraffazione, la competizione e il potere.

Le donne con le donne possono e devono imparare a guardarsi l'un l'altra per garantirsi agibilità e agio nella socialità e nella partecipazione politica.

Garantirci ovunque, perché anche in quei luoghi dove c'è la pretesa di essere i portatori del cambiamento e i paladini di un mondi migliore (ma per chi?), la cultura dello stupro, il sessismo sono la realtà.
Forse la cosa che più inquieta, di questi luoghi, è la pretesa di estraneità, l'ingenuità ipocrita, il non sentirsi mai parte in causa di fronte ad un clima pericolosamente segnato da episodi di ogni tipo ai danni delle donne. Ingenuità che in realtà maschera un atteggiamento e una volontà ben precisa: quella di non dotarsi di strumenti di messa in discussione, reazione e prevenzione.

Questo workshop di autodifesa femminista ha uno uno scopo ben preciso:
    - riconoscere la violenza di genere in tutte le sue forme (fisica, psicologica, sessuale...)
  -  analizzare il problema, affrontarlo e confrontarcisi
   -  sradicarlo dalle nostre pratiche... rivoluzionarci
  -  trovare insieme soluzioni pratiche attraverso l'esperienza dei gruppi di autodifesa femminista

STRUTTURA DEL WORKSHOP

   - intro
   - modalità dello svolgimento
  -  cos'è l'autodifesa femminista
   - sai riconoscere la violenza?
   - come si combatte il sessismo?
   - come prevenire e affrontare
   - pratica di autodifesa femminista


http://www.macao.mi.it/articoli/2013/05/06/occupare-il-conflitto-violenze-sessiste-corpi-sessuati-desideri-sessuali/

venerdì 3 maggio 2013

Asgarda. Le femministe ucraine amanti delle arti marziali.

Femministe + ucraine = Femen?
Non solo, non sempre. Sui nostri media forse sì, perchè i quotidiani italiani raramente sfuggono a un topless di cui non capiscono il significato.
Però dall’Ucraina arrivano anche altri movimenti, anche altri approcci al femminismo contemporaneo.
Meno note delle loro connazionali ormai espatriate sono le Asgarda, un gruppo di femministe militanti che si ispirano alla mitologia nordica e alle Amazzoni scizie.
asgarda
Asgarda ucraine
Queste donne guerriere amanti delle arti marziali, studiano anche tecniche di combattimento con falci e accette. Vestono di nero nei combattimenti, di bianco durante l’addestramento. Alternano forza e femminilità, potenza e delicatezza.
Sono donne che rifiutano lo stereotipo della debolezza, della “bella da salvare” e a difendersi ci pensano da sole. Nonostante questo non sono considerabili delle violente, perchè, come fa notare Alessandra Chiricosta, filosofa collaboratrice della IAPh-Italia:
Oggi si stanno creando esperienze internazionali nelle quali le donne, che vogliono eliminare l’approccio alla donna come oggetto, coltivano la forza femminile non come violenza ma come adeguata e commisurata risposta alla violenza
Ad oggi ne fanno parte circa 150 donne, soprattutto studentesse, legate alla guida di Katerina Tarnouska.
Realizzano una filosofia di vita che prende spunto dalle Amazzoni greche e uniscono agli insegnamenti di karate di Volodymyr Stepanovytch, maestro molto noto dell’ex URSS, lo studio comune delle scienze e della storia, perchè l’ideale a cui mirano è l’unione delle forza fisica ed intellettuale.
asgarda2
Si tratta quindi di donne che predicano e praticano l’autodifesa come forma di militanza femminista e che rifuggono da ogni luogo comune sulla femminilità, tanto forte tra l’altro in un Paese come l’Ucraina ( ma dove non lo è? ).
Donne tra donne, che fanno della separazione da Amazzoni la radice della loro forza e sorellanza.
Donne che lottano ogni giorno per affermare i loro diritti, senza abbandonare il proprio Stato, convinte che in fondo esista più di un modo per essere femminista, più di una via per lottare per l’autodeterminazione.

lunedì 8 aprile 2013

CORSO GRATUITO DI AUTODIFESA FEMMINISTA


La risposta alla violenza non e' chiudersi in casa, 
non e' affidare la nostra sicurezza a qualcun’altro, 
non e' neanche uscire sempre con un atteggiamento diffidente e paranoico.

Occorre valutare sempre le situazioni in modo razionale senza farci travolgere dalle nostre emozioni negative e dalla paura, cercando di trovare la soluzione “giusta” per ogni contesto.

L’autodifesa ci rende piu' sicure di noi stesse: allenandoci scopriamo le potenzialita' del nostro corpo.

Riconoscere la paura ci insegna a non essere deboli.

L’autodifesa aumenta la sicurezza in noi stesse, ci aiuta a prendere il controllo delle situazioni.
Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacita' fisiche ci sostiene quando ci difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere intimidite.

Chi ci aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e difenderci.

L’Autodifesa intende sviluppare le tematiche della violenza sulle donne, con particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di donne e ragazze, si propone la finalita' di promuovere delle conoscenze e competenze indirizzate all’acquisizione di strategie di prevenzione,
autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e altre tipologie di aggressione.

Tramite alcuni semplici esercizi si puo' capire quale' il limite oltre il quale il nostro spazio e' invaso, sperimentare emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.

Il corso iniziera' lunedi' 15 aprile alle 16,30 – 18,30
le lezioni saranno 10 – 12
la partecipazione e' gratuita o con un piccolo contributo facoltativo

-     Non E' richiesta pregressa attivitA' sportiva
-     per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
-     il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.


DOVE:
palestra popolare – piano terra
via confalonieri 3 – milano (zona isola) – MM2 gioia – garibaldi


Durante il Corso di "Autodifesa Femminile" impareremo :

COME RICONOSCERE E AFFRONTARE LA “VIOLENZA CONTRO LE DONNE”
riconoscere i tipi di violenza (psicologica, economica, fisica, sessuale, stalking)
affrontare la violenza domestica
decostruire la percezione di sE' come vittima potenziale
parlare di ruoli e stereotipi oggi
come è cambiato oggi il rapporto uomo/donna
capire l'importanza di autodeterminazione e valorizzazione di se'
ristabilire dei rapporti di solidarieta' tra donne
costruire un nuovo immaginario femminile
superare paure e insicurezze attraverso il gioco e la teatralizzazione di situazioni “tipo”

COME PREPARARTI AD AFFRONTARE UN CASO DI AGGRESSIONE
Come riconoscere le situazioni di rischio e valutarne l'effettiva pericolosita'.
Acquisire strategie di prevenzione
riconoscere e dominare la paura
rafforzare la volonta' di imporsi (uso della voce, linguaggio del corpo)
percepire e valutare la propria forza fisica
Imparare ad orientarsi, reagire e mantenere l'equilibrio

COME REAGIRE IN CASO DI AGGRESSIONE
Colpi di mano, di gomito, calci e ginocchia
Come neutralizzare l'aggressore senza ricorrere alla forza fisica: leve articolari e punti dolorosi, colpi “scorretti”
come difendersi utilizzando “oggetti comuni”
imparare come liberarti dalle prese ai polsi sfruttando la combinazione di levearticolari e colpi in sequenza.
come liberarsi da un'aggressione al collo e al corpo.
come difenderti da prese ai capelli
Come sfruttare la posizione contro il muro a tuo vantaggio.
Come difenderti a un'aggressione in posizione seduta
come difenderti da un tentativo di violenza a terra

venerdì 15 febbraio 2013

CORSO DI AUTODIFESA FEMMINILE 2013


Lunedi 8 aprile 2013  dalle ore 19.00 alle 21.00


presso: Associazione MinimaTheatralia - SestoSpazio - via Gioberti 26 - Sesto San Giovanni (MI)
 
La paura nasce nella testa……il coraggio anche !
Il primo passo per il cambiamento spetta a ogni donna:
rifiutarsi di essere “vittima”
Ogni donna, di qualunque età, può e deve avere la possibilità di sapere, innanzitutto, come evitare le situazioni pericolose e, se la prevenzione non è stata sufficiente, cosa fare se il pericolo è già presente.

Il corso intende sviluppare la tematica, più che attuale della violenza sulle donne, con particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di donne e ragazze.
Si propone la finalità di far conoscere e comprendere strategie di prevenzione, autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e altre tipologie di aggressione.
L’autodifesa aumenta la sicurezza in noi stesse, ci aiuta a prendere il controllo delle situazioni. Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacità fisiche ci sostiene quando ci difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere intimidite.
Chi ci aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e difenderci.

Tramite alcuni semplici esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.

I corsi di “autodifesa femminile” si sviluppano su due livelli: base e avanzato.

-     Non è richiesta pregressa attività sportiva
-     per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni
-     il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.
INFO: lusa77@gmail.com – autodifesadonna@gmail.com
http://autodifesadonne.blogspot.it


MM1 Sesto Rondò

MODALITA' DI SVOLGIMENTO: il corso di “Autodifesa Femminile” si divide in due livelli: base e avanzato, 5 incontri di due ore ciascuno una volta a settimana per un totale di 10 lezioni (20 ore).
I° livello:
  • lunedì 8 aprile ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 15 aprile ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 22 aprile ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 29 aprile ore 19.oo – 21.00
    lunedì 6 maggio ore 19.oo – 21.00
II° livello:
  • lunedì 13 maggio ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 20 maggio ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 27 maggio ore 19.oo – 21.00
  • lunedì 3 giugno ore 19.oo – 21.00
    lunedì 10 giugno ore 19.00 -21.00

COSTI: 60 euro per ogni livello + 5 euro di tessera associativa




martedì 29 maggio 2012

E’ la vittima #64 per il 2012. Incluse vittime collaterali, uomini e bambini. Vittima per mano di un uomo che la riteneva di sua proprietà. Un marito/padrone, come esistono i padri/padroni. Le vittime uccise da stranieri, fino ad ora, sono pochissime. Ce ne sono state tante italiane uccise da italiani. La deputata, ex ministra, Mara Carfagna però non perde l’occasione, così come faceva ai tempi del suo incarico ministeriale, per sollecitare un po’ di pregiudizio contro altre etnie e culture colorando di maggiore mostruosità la faccenda perché la donna dicono fosse incinta [Leggi la rassegna stampa].
Dopodiché c’è da rilevare la comicità (nella tragedia) dei titoli, tutti uguali, e tutti egualmente concordi nel concludere che la ragione della “gelosia” fosse per gli abiti occidentali (che d’altronde rappresentano un modello di civiltà senza eguali, no?).
Come dire per i delitti commessi da italiani che vengono più comunemente definiti “delitti passionali” che le motivazioni fossero da ricercare nel tacco 12 o nel trucco troppo acceso. Leggete degli altri delitti e proviamo insieme a codificare un quadro di balle da attribuire a motivazione di questo o quell’altro femminicidio.
Vi ricordate di Vanessa? Scrissero che lui l’avesse uccisa perché lei aveva pronunciato il nome dell’ex. E di qualcuna si diceva che fosse posseduta o che volesse lasciarlo. In generale la cultura patriarcale, quella sostenuta dalle ideologie delle varie mare-carfagne, offre una ampia gamma di balle a giustificazione dei delitti.
A compiere questi delitti sono uomini violenti sostenuti da una cultura pessima, legittimati da una mentalità atroce che ancora oggi condiziona la vita di tutte le donne del mondo. Non c’è altro da dire.
Il materiale che potete leggere e vedere:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/28/27esima-ora-e-violenza-sulle-donne-dellappropriarsi-e-del-normalizzare/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/27/napoli-donne-e-media-report-e-materiali-condivisi/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/05/25/sei-fragile-e-violento-io-non-voglio-prendermi-cura-di-te/

giovedì 3 maggio 2012

PERCHE' SI CHIAMA FEMMNICIDIO


.... Oggi sembra quasi una banalità ripetere i dati dell’OMS: la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute).
Negli anni Novanta il dato non era noto, e quando alcune criminologhe femministe verificarono questa triste realtà, decisero di “nominarla”. Fu una scelta politica: la categoria criminologica del femmicidio introduceva un’ottica di genere nello studio di crimini “neutri” e consentiva di rendere visibile il fenomeno, spiegarlo, potenziare l’efficacia delle risposte punitive.

Nacque così il termine “femicide” (in italiano “femmicidio” o “femicidio”) per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere, ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non stiamo parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, e stiamo parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise perché lesbiche…Se vogliamo tornare indietro nel tempo, stiamo parlando anche di tutte le donne accusate di stregoneria e bruciate sul rogo.
Che cosa accomuna tutte queste donne? Secondo la criminologa statunitense Diana Russell , il fatto di essere state uccise “in quanto donne”. La loro colpa è stata quella di aver trasgredito al ruolo ideale di donna imposto dalla tradizione (la donna obbediente, brava madre e moglie, la “Madonna”, o la donna sessualmente disponibile, “Eva” la tentatrice), di essersi prese la libertà di decidere cosa fare delle proprie vite, di essersi sottratte al potere e al controllo del proprio padre, partner, compagno, amante ….Per la loro autodeterminazione, sono state punite con la morte.
Chi ha deciso la loro condanna a morte?
Certo il singolo uomo che si è incaricato di punirle o controllarle e possederle nel solo modo che gli era possibile, uccidendole, ma anche la società non è esente da colpe. Diana Russell sostiene che “tutte le società patriarcali hanno usato –e continuano a usare- il femminicidio come forma di punizione e controllo sociale sulle donne”.